
Pubblicato il: 13/08/2024
Furono almeno centomila gli operai italiani deportati in Germania e costretti ai lavori forzati durante i venti mesi dell’occupazione nazista sostenuta dal governo collaborazionista fascista della Repubblica di Salò.
Furono impiegati soprattutto nella costruzione di armi ma anche in agricoltura, costretti a lavorare come schiavi e a vivere come bestie.
Sono passati ottant’anni e questa storia drammatica - che ha coinvolto la classe operaia italiana che ha riscattato l’onore del paese prima con gli scioperi del ’43 e ’44 nel triangolo industriale e poi con la resistenza al nazifascismo, mentre le bombe delle forze alleate radevano al suolo le fabbriche del nord uccidendo lavoratori e cittadini inermi - è pressoché sconosciuta, rimossa dalla politica e assente dalla memoria collettiva.
Nel pieno rispetto delle finalità statutarie dell’Associazione amiche e amici del lavoro, insieme ad istituzioni e associazioni abbiamo contribuito ad accendere una luce su questa vicenda inserendoci nelle iniziative svoltesi a Milano in occasione dell’ottantesimo anniversario dalle deportazioni di massa con un viaggio della memoria nei luoghi delle stragi nazifasciste, in particolare a Marzabotto.
Nel mese di Ottobre 2024 dal 4 al 6, organizziamo un altro viaggio della memoria a Mauthausen in Austria, nel campo di concentramento dove erano tenuti prigionieri in maggioranza i nostri operai, oltre agli oppositori politici al nazismo.